Calcando Calcata
Oggi vi racconto la piacevolissima giornata trascorsa a Calcata.
Il Perché io abbia deciso di visitare questa perla nascosta nel viterbese, che dista da Roma circa 40 km ed è raggiungibile in meno di un’ora, spero siate curiosi di scoprirlo leggendomi.
Lo ammetto con imbarazzo, non ne avevo mai sentito parlare prima di un mese fa.
Infatti la proposta è partita dalla mia coinquilina Piera, che ama le piccole e grandi scoperte, le lunghe passeggiate, le chiacchierate intense; senza alcun dubbio, un’ottima compagna di viaggio!Ha esordito con: «Che dici?! Andiamo a visitare la Città degli Artisti? Una cittadella arroccata su di una montagna di tufo, che profuma d’arte ed è abitata da gente interessante…».
Sa benissimo quanto io ci tenga al “buon profumo” dell’Arte e che ad un invito del genere non avrei mai detto di no. E così, una domenica mattina, preparato il pranzo a sacco e condivise le spese per la benzina della macchina (andata + ritorno= 5 euro a testa), siam partite da Roma.
Cosa vedere a Calcata, prezioso borgo medievale
Cos’è Calcata e quanto sia piena di storia e bellezza l’ho compreso percorrendola e mi è bastata mezza giornata per innamorarmene.
Posizionata su uno scoglio di pietra vulcanica e chiusa tra le mura del suo castello, appare come sospesa nel vuoto; è questa l’impressione che ho avuto in lontananza.Giunte a destinazione, abbiamo parcheggiato e poi percorso a piedi una stradina non troppo lunga, stretta e in pendenza, che collega Calcata nuova al borgo vecchio, dove non è invece possibile sostare con le auto.
La fatica della salita è stata subito premiata da una paesaggistica che mi ha immediatamente catturata.
Ammirata da vicino, Calcata, è stata, infatti, un continuo “impressionarmi”: case anticate ma vissute e tenute bene, spazi ricreativi che svelano le abitudini del luogo, scorci che sembrano quadri ritratti da artisti d’altre epoche.L’atmosfera che si respira è fuori tempo, talmente sana e pacifica che se ci ripenso mi pento per non averla vissuta di più.
Dalla piazzetta centrale si diramano più viuzze che conducono verso piccole realtà variegate: abitazioni minute e a tratti fiabesche; gallerie e spazi espositivi in cui si organizzano spesso mostre, concerti e conferenze; vecchie cantine, alcune delle quali adibite a negozi d’antiquariato e artigianato, come Arsenico e Vecchi Merletti, L’Antiquarium, La Ciarla, Rose in cera, La Carta Rivista.
Ovviamente non mancano i posti dove mangiare e bere ma non ne troverete mai nessuno uguale all’altro, ognuno ha un suo stile particolare.
A proposito, buttatecelo un occhio su Il Forno la Mattra, La Taverna di Bacco, Il Tugurio o La latteria del gatto nero, uno dei più vecchi locali di Calcata, strapieno di gente quella domenica.
Questo paradiso di bontà e bellezza non scontenta nemmeno i calabresi fuori sede come me: c’è anche L’Angolo della Calabria! I gestori sono calabresi doc ed anche i prodotti in vendita; potrete decidere di fare un aperitivo ad un prezzo decisamente modico, assaggiare la famosa bibita gassata alla liquirizia o portarvi a casa l’ottima ‘nduja.
E se volete rilassarvi sorseggiando qualche infuso, c’è La Sala dei 201 The, raggiungibile percorrendo una scaletta.
Se non l’avete ancora capito, a Calcata non manca nulla, nemmeno il Teatro che quella domenica portava in scena uno spettacolo di magia per bambini.
Per chi avesse intenzione di fermarsi e viverla per più giorni, ci sono anche i B&B. Ne ho visto uno da fuori, Il rifugio di Trilly campanellino e Peter Pan, mi è sembrato molto accogliente e “favoloso”, come piace a me. Mi sarei fermata volentieri.
Curiosità su La Città degli artisti
La popolazione è composta quasi esclusivamente da artisti e studiosi, giunti da diverse parti del mondo con l’intenzione di riscoprire un modo di vivere e condividere, lontano da rumore e frenesia.
L’arte, così, si moltiplica, si contamina positivamente, cresce.
Vi sono, infatti, molte associazioni e attività culturali, ma i punti di riferimento per la vita del paese erano e rimangono: il Palazzo Baronale degli Anguillara con le caratteristiche sedie in tufo; la Chiesa del SS. Nome di Gesù, risalente al XVI secolo; l’antico Granaio.
Calcata è considerata uno dei borghi medioevali meglio conservati in Italia. Nel 2006 ha, infatti, ricevuto la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra.
Le prime testimonianze di vita risalgono al periodo preistorico. Sappiamo che è di origine falisca, fu feudo degli Anguillara, dei Sinibaldi e dei Massimo.
Prima della seconda grande guerra gli abitanti abbandonarono la vecchia Calcata per i crolli frequenti della rupe tufacea e si trasferirono a valle, dove ricostruirono il paese.
Il vecchio borgo ha ripreso vita solo a partire dai primi anni ’60. Non è stato mai ricostruito e si è mantenuto così nel tempo grazie ad artisti, commercianti e persone comuni che hanno investito e creduto sul suo sviluppo turistico.
Da Calcata al Parco Suburbano Valle del Treja
La cittadella è circondata da reperti archeologici, antichi monumenti funebri e sacri templi, visibili anche mentre si scende verso la valle del fiume Treja, facente parte del Parco Suburbano Valle del Treja.
Il Parco è una zona di grande valore storico-naturalistico, protetta dal 1982, che si estende tra il comune di Calcata e Mazzano Romano.
Per richiedere una guida esperta ci si può rivolgere al Municipio, situato vicino la piazza Vittorio Emanuele II, che è oggi sede del Centro Visite.
Noi abbiamo raggiunto la valle attraversando un percorso in discesa che da Calcata vecchia ci ha condotte fin giù.
È stato non troppo faticoso, per la bellezza immensa che abbiamo visto e respirato l’avrei rifatto altre mille volte. Un posto totalmente incontaminato, immerso nel verde e negli odori e suoni della natura.
Ogni tanto si può incontrare qualche scout, chi passeggia o chi si scalda per il trekking.
Io e Piera abbiamo fatto parte della cerchia dei “turisti in pieno relax”: ci siamo sedute accanto al fiume a prendere un po’ di sole e ci siamo state per molto tempo. Il trekking e le scalate non fanno certamente per me!
Da lì, se ci si addentra, è possibile raggiungere il Castello di Fogliano e il bosco misto della Banditaccia.
Noi quella domenica non ci siamo addentrate ma abbiamo giurato di ritornarci per approfondire questo viaggio, talmente genuino, carico di piacevoli momenti e bellissime immagini.
Io, ricordando, ho viaggiato per la seconda volta, provando quasi lo stesso benessere e scoprendo, insieme al pensiero e alla scrittura, tante altre cose del luogo che non ho colto immediatamente.
Questo perché: viaggiare una sola volta non basta, vaggiare in un unico modo nemmeno, viaggiare infinite volte e da più punti di vista è Viaggiare come lo intendo io.
Spero, tramite la lettura, di aver incluso anche voi in questa mia seconda esplorazione.
Se non vi ho stancati, continuate a seguirmi e seguirci: ”I NOSTRI VIAGGI”, nei dintorni di Roma, sarà un appuntamento fisso.
Claudia Pezzimenti
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Sono stata da poco in questo minuscolo paradiso immerso nel verde viterbese e devo dire che tutto combacia, quel che ho letto ha permesso ai miei sensi di rituffarsi nella bellezza di Calcata.
Mi fa molto piacere, Viviana